Quale sarà il futuro delle nostre vite ?
Quali sono le scelte da adottare per migliorare l’ambiente in cui viviamo di più, le nostre case?
Sono domande che ci poniamo tutti in questi giorni ecco perché abbiamo voluto condividere con voi alcune informazioni importanti per la salute delle persone. In piena emergenza da Cov-19 o meglio definito Coronavirus, una delle istituzioni nazionali a cui è stato affidato un ruolo fondamentale per le nostre vite, l’Istituto Superiore di Sanità, sta indicando al Governo come gestire questa terribile pandemia dal punto di vista sanitario. In una situazione così complicata, molte responsabilità sono state affidate ad ogni individuo, le cui azioni hanno una ricaduta sull’ intera comunità. Dal distanziamento sociale alla sanificazioni degli spazi, dall’ utilizzo dei dispositivi di sicurezza alla prevenzione. In questi giorni di quarantena ci è più chiaro come sia importante l’ambiente in cui viviamo, ecco perché riteniamo fondamentale partire dal recente rapporto che l ’ISS ha pubblicato sul suo portale,“Indicazioni ad interim per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2”
Perchè è così importante l’aria che respiriamo in casa?
Prima delle misure di quarantena, in alcune indagini condotte a livello europeo, risultava che la popolazione dei centri urbani trascorresse in media il 95-97% del tempo in ambienti confinati; il 2,4% nei mezzi di trasporto e l’1% in ambienti esterni (outdoor). Questo dato è fondamentale per capire come gestire una pandemia mondiale portata da un virus che si trasmette nell’aria e colpisce in modo particolare le via respiratorie. Questi primi elementi ci fanno capire quanto sia importante l’aria che respiriamo dentro le nostre case, che svolge, secondo il recente rapporto dell’ISS “un ruolo di primo piano in ambito sanitario, rappresentando uno dei principali determinanti della salute, considerando che spesso l’esposizione […] è dominante rispetto a quella esterna-outdoor. La qualità dell’aria indoor dipende, oltre che dalla qualità dell’aria outdoor, anche dalla presenza di sorgenti interne di emissione e diffusione di contaminanti, con concentrazione di inquinanti chimici e biologici che possono influenzarne le caratteristiche”. Molti sono in dubbi in merito alla sopravvivenza di tale virus sulle superfici, ma di sicuro i tempi variano dal tipo di materiali sui quali si attacca.
Quali soluzioni adottare?
La risposta in due parole: CANAPA E BIOEDILIZIA
In futuro, la qualità dei materiali sull’aspetto sanitario e sulla sostenibilità ambientale saranno al centro di ogni valutazione, sia nel settore pubblico che in quello privato, ecco perché l’Elite Ecobuilding da diversi anni guarda con interesse lo sviluppo del settore della bioedilizia e in particolar modo quello della canapa in bioedilizia.
Le ragioni sono molteplici, una di queste è la capacità che hanno i cannabinoidi presenti nella fibra di canapa di ridurre la biodisponibilità cellulare aumentando l’impermeabilità della membrana delle cellule stesse. Come risultato, i cannabinoidi evitano la formazione di substrati utili ai più comuni meccanismi chimici di resistenza ai normali agenti antibatteriologici. Questa proprietà biochimica rende le fibre delle varietà industriali di canapa sativa utili per la realizzazione di supporti antibatterici, come ad esempio i tessuti speciali per utilizzi ospedalieri. Lo studio pubblicato dal Dipartimento di Scienze Chimiche, Alimentari, Farmaceutiche e Farmacologiche dell’Università del Piemonte Orientale, del Consorzio per lo Studio dei Metaboliti Secondari di Cagliari e della School of Pharmacy dell’Università di Londra. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Natural Products, rivista di chimica delle sostanze organiche naturali edita dalla American Society of Pharmacognosy e dalla American Chemical Society, ne conferma le proprietà, ad esempio. Il suo titolo è Antibacterial Cannabinoids from Cannabis sativa: A Structure-Activity Study. Il materiale per le sperimentazioni è stato fornito dal CRA-CIN, Centro di Ricerca per le Colture Industriali di Rovigo.
Come funziona ?
Dal campo alla costruzione
La Canapa viene lavorata e selezionata, estraendo la sua fibra e il canapulo per poi essere miscelata con la calce naturale idratata e acqua, creando un composto che ha ottime proprietà antibatteriche utilizzata già in passato per la sanificazione degli ambienti chiusi. La ricerca scientifica in questo settore sta compiendo notevoli passi in avanti. Dalla lavorazione di questi materiali, la bioedilizia e nello specifico la canapa nella bioedilizia sta fornendo ai settori edili prodotti e materiali in grado di soddisfare le più svariate esigenze: dai mattoni in calce e canapa, ai blocchi in canapa, ai pannelli in canapa autoportanti, per la realizzazione di murature in bioedilizia o ai cappotti esterni in bioedilizia, intonaci e pitture con prestazioni importanti per isolamento termico e acustico, disperdendo una minore quantità di energia, imprigionando le emissioni di CO2, per la realizzazione di edifici anche meno vulnerabili agli incendi, ma in particolare, fornendo superfici prive di batteri e virus.
Il ruolo fondamentale per la salvezza del pianeta.
Queste informazioni ovviamente sono in circolazioni ormai da diverso tempo infatti noi come Elite Ecobuilding sono diversi anni che promuoviamo queste tecniche costruttive, ma per questioni di pregiudizio e di poca diffusione di esse, lo sviluppo di tale mercato è ancora troppo residuale, nonostante la costante maggiore attenzione che le istituzioni europee in primis, italiane e regionali riservano con favore ed interesse per lo sviluppo di tale settore, con incentivi e finanziamenti pubblici, seppur non abbastanza soddisfacenti. Persino l’opinione pubblica è sempre più attenta, la consapevolezza sociale e dei media cominciano a promuovere tali materiali legati alla bioedilizia e alle case di canapa. Abbiamo potuto osservare per esempio un episodio avvenuto la scorsa settimana, quando un noto programma televisivo, “Striscia la notizia”, nella puntata del 15 aprile scorso ha trasmesso un servizio sull’utilizzo della canapa in bioedilizia, parlando di mattoni in canapa e delle proprietà derivanti da essi. Negli attimi immediatamente successivi, abbiamo osservato un’impennata negli accessi al nostro sito e nello specifico nella sezione dedicata alla canapa, come potete vedere dai dati di google analytis qui sotto, questo a dimostrazione di quanto può essere utile l’azione dei media e quanto sia predisposta ormai l’opinione pubblica in questo senso.
Nel servizio, si è evidenziato che l’edilizia rappresenta in termini di emissioni di CO2 , anidride carbonica principale responsabile del surriscaldamento globale, il 39% nel mondo, il 36 % dell’intero consumo globale energetico. Inoltre l’edilizia è responsabile del 50 % dell’estrazione di materie prime e del 35% di consumo di acqua. Con l’utilizzo di questi materiali tutti questi fattori possono essere abbattuti notevolmente con importanti risvolti positivi per la salute delle persone e del nostro pianeta.
Costi e tecniche costruttive
I costi per questi materiali in canapa e in bioedilizia, sono in constante diminuzione per via dell’aumento delle aziende che investono in questo settore e quindi del relativo processo di industrializzazione della produzione di tali materiali, in aggiunta la diminuzione delle lavorazioni necessarie per la realizzazione delle parti costruttive degli edifici applicando tali prodotti, riduce tempi e manodopera, pertanto anche i costi possono essere abbattuti in porzioni significative. Molto resta da fare, ma possiamo dire con certezza che un orizzonte di sviluppo per le imprese legate al comparto edile è indicato e con molta probabilità la bioedilizia, nello specifico la canapa, avrà un ruolo fondamentale non solo nella “fase 2” della ripartenza del nostro Paese e del mondo intero, ma nel futuro delle nostre vite e nel modo di abitare e di costruire, verso la decarbonizzazione del comparto edile indicato dall’Unione Europea per 2050. Come in ogni scelta, il consumatore giocherà un ruolo fondamentale, resta da sperare che ognuno faccia la sua parte.